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Vecchio 17-02-2014, 12:00
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Suzaku Fan
 
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Predefinito Riferimento: Ef - A tale of Melodies

Se il Memories è il dettaglio, la pennellata d'autore che dà identità alle emozioni, il Melodies è la visione d’insieme senza la quale il primo non si completerebbe e, a sua volta, il Melodies stesso non si compirebbe.
Memories e Melodies sono infatti due opere compenetrate, strutturate in un unicuum che dà forza ad entrambe. Il Melodies spiega cosa si cela dietro il palcoscenico del Memories, ma, nonostante il loro intrecciarsi, riesce comunque a vivere di luce propria: i due lati di un triangolo, illuminati singolarmente, prima di essere svelati dal terzo elemento, il percorso suscitato nello spettatore, in un’unica grande figura geometrica.

Quello che nel Memories era solo tracciato si compie infatti nell’Otowa australiana. La nuova città, fredda replica dell’originale, si incendia grazie al Miracolo compiuto dai suoi protagonisti. Nella prima serie si percepisce l’esistenza di un qualcosa al di là delle vicende messe in onda, ma è nel secondo filone che si assiste alla gestazione del Prodigio. Miracolo dunque, un concetto più volte rigettato a turno dai protagonisti dell’anime (esistono solo le coincidenze e l’inevitabile –cit.), e infine svelato tra le pieghe dell’intensa luce che permea il personaggio di Yuuko Amamiya. È lei infatti l’artefice, il messo angelico che dà il via ad una sequela di eventi concludenti nella sua stessa ascensione. Yuuko è il personaggio ‘cristiano’ che agisce nel classico contesto giapponese, un condensato di fatalità, senso del dovere, coerenza estrema e smarrimento. Lei è il vettore di questi archetipi ritratti nei personaggi nipponici che qui intraprendono la strada della redenzione. Il suo desiderio diventa un patto con il divino per portare il bene in un mondo costellato da eventi tragici sia sociali (terremoto, guerra) sia personali (le esperienze dei protagonisti, anche la sua). E la Otowa australiana, fredda e appena accennata nel primo serial se non quale scenario del percorso di Renji e Chihiro, diventa il caldo alveo del sogno, l’altro capo di quell’arcobaleno che parte dall’originale in Giappone, a sugellare il patto dei protagonisti con sé stessi e con ciò che vi è celato oltre la scala del cielo (cit.).

C’è qualcosa di speciale in questa opera unica. Nonostante le poche puntate, l’esigua dinamica e alcune scelte stilistiche che ti colgono di sorpresa, percepisci immediatamente di essere dinanzi ad un anime come ve ne sono pochi (in tal senso, della specie, ricordo solo Clannad). EF è un prodotto da far vedere a chi sta male, perché, a mio parere, è una gioia che ti riconcilia con il mondo.



P.S. Guardando il Melodies in particolare, capisci che spesso si sottovaluta questa forma d’arte. Eppure ci sono cose che ti smuovono qualcosa dentro, come versi distillati dal profondo, colori impressi sulla tela, suoni e melodie che invadono l’aria e disegnano qualcosa dentro di noi. Poteva anche non essere un anime, poteva essere fatto di nulla, ma sarebbe rimasto sempre un capolavoro emotivo.
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Ultima modifica di Valo : 17-02-2014 alle ore 12:09.
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