Questa del delitto di Perugia non la sapevo...
Stamattina, rileggendo
Con gli occhi a mandorla (a cura di R. Ponticiello e S. Scrivo, edizioni Tunué) ho trovato una risposta alla domanda "Perché gli anime non sono per bambini" (cioè, il saggio di M. Ciotola spiegava perché c'è questa credenza)... Cerco di spiegarla meglio che posso.
Pensate ai cartoni Disney: Cenerentola, ad esempio, risponde mai per le rime alle sorellastre? No, spera in una Giustizia Divina. Che le arriva sotto forma di Fata e di Principe, senza che lei muova un dito.
Pensate alla Warner Bros: Will il Coyote non si fa male in ogni puntata? Sì, ma poi "risorge" e torna a riprendersela con Beep Beep. Inoltre, è un animale.
Comparate ora gli anime ai cartoni Disney e alla Warner Bros: sono
persone che combattono contro altre
persone, che si feriscono e muoiono e che
reagiscono.
Abituati ad altri generi di cartoni, i genitori degli anni Settanta e Ottanta non hanno capito questa innovazione. Così hanno subito etichettato gli anime come
violenti.
E questa etichetta è arrivata fino a noi.
Scusate la lunghezza