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Visualizza versione completa : H2O - Footprints in the sand


Valo
29-01-2016, 16:48
TRAMA (da Wikipedia)

Takuma Hirose è un ragazzo che frequenta le scuole superiori, e possiede un animo riservato e solitario. Il suo carattere è stato profondamente segnato sia dalla morte della madre che dalla sua cecità. Quando si trasferisce in un nuovo liceo, fa subito la conoscenza di Kohinata Hayami, Hinata Kagura e Otoha, tre sue compagne di classe che lentamente lo aiutano ad uscire dal suo isolamento.


https://static.hummingbird.me/gallery_images/images/000/001/565/original/1565.jpg?1375599343

http://images1.fanpop.com/images/photos/2000000/Hayami-Hirose-Hotaru-and-i-think-Hinata-h2o-footprints-in-the-sand-2041064-350-261.jpg

http://s1000.animepremium.tv/thumb/af/h2o-footprints-sand-episode-1-english-dubbed-online-free.jpg

Valo
29-01-2016, 16:56
H2O Footprints in the sands è una canzone che improvvisamente ti colpisce per il suo intro: la poesia, orme anonime su una spiaggia, la pioggia che irrora la scena di una fredda, bucolica, violenza. Ti fermi e cominci ad ascoltarla con crescente attenzione, cercando nello svolgersi degli episodi l’eco del primo impatto. Seguono 9 puntate e 19 minuti durante le quali ti chiedi a rotazione: che senso ha? Ma perché aggiungere queste scene? A quale porto vuole approdare questa trama? Intervalli il tutto con espressioni di soddisfazione quando la storia sembra entrare in sinergia con quello che avresti voluto/ti saresti aspettato, oppure con smorfie malcelate se ti propinano soluzioni senza ne capo ne coda sotto forma di puntate che sono un mero omaggio al Fan Service più lineare (simpatico ma piatto, nulla di che).


Questo per 9 puntate e 19 minuti, cioè il corpo della canzone compreso del suo atipico ritornello fatto di luci e ombre, gradevole e … basta. Ti aspetti a quel punto una chiusura in linea con il testo fin qui sperimentato; un qualcosa che ti faccia affermare ‘bello, tutto sommato piacevole, ma nulla più’. Ed è lì che arriva la svolta a questo punto è inaspettata, l’accordo che scatta per il definitivo cambio di ritmo e ti dischiude la bellezza dell’intera canzone: 46 minuti di pura intensità, gli episodi 10-11-12, dove la caratterizzazione dei personaggi lascia posto al semplice e implacabile evolversi della storia.


Nel finale dunque è la storia a fare i personaggi - almeno i 2 protagonisti - a illustrarli in tutta la loro evidenza confermando e potenziando, nel caso di Hayami, ciò che si era già tratteggiato nel corso delle puntate, ma dando qualcosa in più anche al fin lì impalpabile Hirose Takumi. In un crescendo di emozioni fino all’apoteosi finale, si scende sul fondo del loro essere con pregevole durezza. Ritornano a quel punto le sensazioni suscitate dall’intro, ma questa volta più mature, più vissute, un vero colpo spacca-anime.


Ammetto di essere un po’ di parte nel recensire prodotti come H2O, poiché fan del genere e fedele seguace della scuola Key Visual e co. Ciò nondimeno dell’anime ho apprezzato anche la qualità tecnica abbastanza alta e in particolare gli scenari realizzati con una commistione tra elementi orientali e quel tocco di occidente (rappresentato ad esempio dalla chiesa di un piccolo villaggio). Inoltre, se non fosse per le risaie o per le costruzioni tipiche, il sito della vicenda potrebbe essere tranquillamente trasposto nelle alpi svizzere in stile Heidi. Nota di merito anche per le musiche che ben accompagnano i momenti clou della storia.


Postilla finale per l’ultima scena (cercherò di spiegare il mio punto di vista senza spoilerare, quindi potrebbe risultare un po’ criptico a chi non ha visto l’anime).
Ho percepito leggendo un po’ in giro che le ultimissime scene hanno ridimensionato il giudizio finale di molti sull’intera vicenda. A mio parere è ingeneroso ridurre il tutto al fastidio che potrebbe suscitare l’avverarsi o meno del classico lieto fine. Nel caso in specie poi, quell’ultima scena potrebbe essere interpretata in diversi modi ad esempio come un qualcosa di ‘momentaneo’ e non definitivo quindi paradossalmente in linea con il clima di precarietà che contraddistingue l’intera vicenda fin dagli inizi.


VOTO: 10